Fatale che la cute invecchi, ma quello che è particolarmente drammatico è che essa invecchia assai più in fretta e più massicciamente se la si maltratta, esponendola troppo e senza troppe cautele, d’estate, e, soprattutto, d’inverno ad alte quote, alle radiazioni solari. Il fenomeno delle intempestive e profonde rughe da ultravioletti si chiama “photoaging” (invecchiamento a causa della luce), dove all’origine di esso c’è l’azione dei radicali liberi, “le molecole della senescenza” che la luce intensa del sole moltiplica ed esalta. Questo inaridimento è una concatenazione di eventi “fisiopatologici”, Si assiste così ad un assottigliamento dell’epidermide, ad una riduzione plastica del derma (con alterazioni molecolari del collageno e dell’elastina), ad un malfunzionamento delle ghiandole sebacee, al sovvertimento melanocitario con comparsa di fastidiose discordie (macchie melaniche), alla fragilizzazione dei capillari e per finire ade un malfunzionamento delle ghiandole sudoripare che comportano un’abnorme secchezza cutanea. Dagli antichi egizi fino alla rivoluzione, il pallore era un privilegio, un segno di distinzione e moralità; quanto ai prodotti di bellezza essi sono conosciuti dalla più lontana antichità. Nel XIX secolo le donne molto pallide, al riparo di eleganti ombrellini, facevano sognare poeti.
Negli Stati Uniti la tinta delle donne del Sud, all’epoca della Guerra di Secessione, doveva essere di un pallore di magnolia. Quando poi, al termine della Prima Guerra Mondiale, si assiste alla reale emancipazione della donna, l’utilizzo del maquillage si democratizza. E’ anche grazie al progresso dell’igiene, al perfezionamento e alla moltiplicazione dei cosmetici, che il volto dei nostri contemporanei è molto meno sottomesso alle intemperie del tempo e lo è, in definitiva, tanto meno quanto più rapido è il progresso nel settore estetico. Anche se le mode ci hanno purtroppo fatto assistere agli anni folli dell’abbronzatura selvaggia, al nudismo estivo anni 70, e agli UV artificiali degli anni 80, negli ultimi due decenni si è ritornati alla saggezza di una prudente protezione solare. E’ poi da allora che i codici di bellezza e le tecniche estetiche si sono talmente evoluti che la pelle femminile è ringiovanita di cinquant’anni rispetto a quella dei nostri antenati. Non si ricorre più al maquillage- camouflage per nascondere. Si privilegia il naturale e la pratica. La pelle nuda mostra colui o colei che è racchiuso allo sguardo critico o ammirato dei vicini. Si ricorre perciò sempre più spesso, e soprattutto nella stagione più idonea (cioè l’inverno dove la minor esposizione ai raggi UV significa anche la miglior compliance ai trattamenti effettuati), alla cura della propria pelle e della propria immagine con il supporto medico per correggere eventuali imperfezioni, per mezzo di trattamenti tradizionali chirurgici (lifting più o meno profondi), peeling o laser che ridonano alla pelle una nuova lucentezza. Complementariamente è bene avvalersi anche di creme idratanti, vitamina C-E in crema e compresse contenenti molecole antiossidanti (antiradicali liberi), maschere all’acido ialuronico e trattamenti estetici che possono avvantaggiarci dei reali progressi nel domani della bellezza e della cura di se stessi. Per finire, considerare come e sempre, sia comunque, il buon senso la cosa migliore al mondo; sembra inutile ricordare infatti che la salute e la bellezza della pelle sono direttamente legate allo stato generale del corpo e dello spirito, quindi ad un’igiene di vita che elimini gli eccessi di tutti i generi (alcol, tabacco, sole, dimagrimenti repentini, inquinamento ) e che comporti una vera vita attiva con moderata ma continua attività fisica, sana alimentazione ed importante idratazione.
Salute Donna 12/ 2005